Palestina

Palestina & Israele

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    Dispersione comunità ebraica

    La comunità ebraica che per tre millenni aveva abitato l’attuale Stato d’Israele si disperse progressivamente dopo la distruzione di Gerusalemme voluta dall’imperatore Adriano. Da quel momento, comunità ebraiche si formarono nella penisola iberica, in Italia e nell’Europa centro-orientale; ma anche in Medio Oriente, in luoghi come gli odierni Iraq e Yemen.
  • Creazione movimento sionista

    Il movimento sionista nacque per promuovere la creazione di una patria per il popolo ebraico, che per secoli avevano subìto discriminazioni. Alcuni decenni più tardi, anche i palestinesi cominciarono a battersi per la propria autodeterminazione e per ottenere la sovranità sul territorio conteso.
  • Inizio creazione popolo Israeliano

    Nel 1917 Lord Arthur Balfour, ministro degli Esteri del governo britannico, in guerra con l’Impero Ottomano, espresse in una lettera il sostegno di Londra per l’istituzione in Palestina di una casa nazionale per il popolo ebraico. Per gli ebrei, quella lettera sancì il diritto ad esistere di uno Stato d’Israele. Nel 1914 in Palestina, infatti, l’80 per cento della popolazione era musulmana. Nei due decenni successivi iniziò un ritorno degli ebrei in Palestina.
  • Indipendenza dello stato Israeliano

    Dopo la Seconda guerra mondiale l’Assemblea generale delle Nazioni unite approvò la Risoluzione 181: sanciva la divisione del territorio in due Stati indipendenti, uno arabo e uno ebraico. Gerusalemme, per il suo valore religioso per cristianesimo, islam ed ebraismo, sarebbe rimasta sotto una speciale amministrazione internazionale. Ma la Risoluzione venne respinta dai Paesi arabi poiché —sostenevano — sfavorevole alla maggioranza della popolazione.
  • nascita stato Isrealiano

    David Ben Gurion proclamò la nascita dello Stato d’Israele, presto riconosciuto da buona parte della comunità internazionale.
  • Prima guerra arabo-israeliana

    una coalizione di Stati Arabi e truppe palestinesi attaccò Israele: è la prima guerra arabo-israeliana. Israele riuscì a conquistare nuove porzioni di territorio, ma non l’attuale Striscia di Gaza né la Cisgiordania. All’incirca 700
    mila palestinesi fuggirono dalle proprie terre. Ma anche gli israeliani subirono pesanti perdite. E nel giro di poco tempo, 800 mila ebrei furono espulsi dai Paesi arabi per trovare rifugio in Israele.
  • Isreaele contro l'Egitto

    Alla fine di ottobre, il presidente egiziano Gamal Abdel Nasser nazionalizzò il canale di Suez. Israele invase l’Egitto, lo stesso fecero le truppe inglesi e francesi. Le ostilità cessarono dopo pochi giorni, anche per via dei negoziati e delle pressioni di Stati Uniti e Unione Sovietica. Il canale, però, riaprì solo nel 1957.
  • Guerra dei 6 giornoi

    Dopo che l’Egitto chiese l’evacuazione dei Caschi Blu dal Sinai e impose il blocco dello Stretto di Tiran Israele attaccò preventivamente i suoi nemici. La Giordania e la Siria si schierarono con l’Egitto, ma Israele ebbe comunque la meglio e spazzò via quasi del tutto le infrastrutture aeree del Cairo. In sei giorni lo Stato ebraico prese il controllo della Penisola del Sinai, della Striscia di Gaza, della Cisgiordania e della parte orientale di Gerusalemme, a maggioranza palestinese.
  • Attacco alle olimpiadi

    A Monaco di Baviera si stavano svolgendo le Olimpiadi estive. La notte del 5, un commando di terroristi palestinesi irruppe villaggio olimpico: entrarono nelle stanze della squadra israeliana, uccisero due atleti prendendone in ostaggio nove. Inutile il tentativo di liberarli da parte della polizia tedesca: tutti gli ostaggi furono uccisi dai terroristi, morti anche due agenti e cinque membri del gruppo «Settembre nero».
  • Guerra del kippur

    Nel giorno del Kippur, la festa religiosa ebraica dell’espiazione, una coalizione di Stati arabi, a capo l'Egitto e la Siria, invase a sorpresa Israele. Nelle fasi iniziali le truppe arabe guadagnarono terreno, ma vennero poi respinte dall’esercito israeliano, sostenuto dagli alleati (compresi gli Stati Uniti). Le ostilità cessarono alla fine di ottobre con scontri sporadici fino al gennaio seguente. Entrambi gli schieramenti persero tra gli 8 e i 10 mila uomini.
  • Accordi di pace Isreale e Palestina

    Il 17 settembre del 1978 vennero siglati gli Accordi: un piano di pace che prevedeva il ritiro israeliano dal Sinai e tracciò la strada per un autogoverno palestinese nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. L’anno seguente la storica visita del presidente Sadat a Gerusalemme. Quella pace resiste ancora oggi.
  • La prima intifada

    In un incidente a Gaza tra un camion dell’esercito israeliano e due furgoni con cittadini della Striscia, l’8 dicembre 1987, morirono quattro cittadini di Gaza. Presto si scatenò una vera e propria rivolta, con scontri armati, proteste ed episodi di disobbedienza civile verso le autorità israeliane a Gaza e in Cisgiordania. Per anni la guerriglia proseguì, con decine di morti israeliani e migliaia di vittime palestinesi.
  • Accordi di Oslo

    Nel 1993 vennero siglati gli Accordi di Oslo tra Israele e Olp, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina. Un a piano di pace che allargava l’autogoverno palestinese su Gaza e sulla Cisgiordania. L’Olp fu riconosciuta come partner negoziale da Israele e Stati Uniti. Gli Accordi tuttavia non risolsero la questione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania e lo status di Gerusalemme, considerata dai palestinesi unica possibile capitale di un ipotetico Stato della Palestina.
  • La seconda intifada

    Non un incidente, ma un gesto voluto divenne il pretesto per scatenare la seconda Intifada. Il 28 settembre del 2000 l’allora capo del Likud Ariel Sharon andò in visita al Monte del Tempio, luogo sacro per ebrei e musulmani nella Città vecchia di Gerusalemme. Un modo, secondo i palestinesi, per rivendicare la sovranità ebraica su quel luogo. Per cinque anni le proteste infiammarono Israele, Gaza e Cisgiordania, provocando centinaia di morti tra israeliani e, soprattutto, palestinesi.
  • Il piano di Israele

    Nel settembre 2005, il premier israeliano Ariel Sharon portò a compimento un piano, annunciato nel 2003, di ritiro unilaterale dei soldati e dei coloni israeliani dalla Striscia di Gaza, che fu così consegnata all'Autorità Nazionale Palestinese, anche se Israele conservò il controllo dei confini e dello spazio aereo
  • Scontro Hamas e Palestina

    Il voto del 25 gennaio del 2006 in Palestina consegnò Gaza al controllo di Hamas, un gruppo islamico di destra radicale (e associato al terrorismo) che sconfisse il più moderato Fatah, che mantenne il controllo in Cisgiordania. Pochi mesi prima, Israele aveva ritirato le proprie truppe dalla Striscia.
  • Blocco a Gaza

    Dopo l’insediamento al potere di Hamas nello scontro del gennaio del 2006, Israele decise di imporre un blocco a Gaza che dura da allora e che limita la mobilità di persone e beni.
  • Altro scontro con Hamas

    Nel dicembre del 2008 scoppiò una guerra tra Israele e Hamas quando Israele lanciò attacchi aerei e un'offensiva di terra nella Striscia di Gaza in risposta all'intensificarsi del lancio di razzi da parte di Hamas. L'operazione militare israeliana si concluse dopo tre settimane e un bilancio di più di migliaia di morti tra Israeliani e Palestinesi
  • L'incidente degli attivisti

    Un grave incidente internazionale avvenne nel maggio 2010, quando una flottiglia di attivisti filo-palestinesi trasportante aiuti per la popolazione di Gaza tentò di rompere il blocco della Striscia e fu abbordata da commando israeliani; 9 attivisti furono uccisi.
  • Palestina come stato menvro

    Dato lo stallo nel processo di pace dopo il fallimento dell'ultimo round di negoziati diretti con Israele nel 2010, Abbas decise di cambiare tattica e cercare di ottenere un più ampio riconoscimento internazionale dello Stato di Palestina, così da mettere maggiore pressione su Israele: per questo nel settembre 2011 sottopose al Consiglio di Sicurezza dell'ONU una richiesta di ammissione della Palestina come Stato membro, ma la richiesta non ebbe successo.
  • Abbas ottenne il riconoscimento della Statualità della Palestina

    Abbas cercò quindi di ottenere dall'Assemblea generale il riconoscimento implicito della statualità della Palestina, chiedendo che lo status di osservatore della Palestina all'ONU fosse trasformato da "entità" a "stato non-membro". Questa volta la richiesta ebbe uno schiacciante successo. Per quanto largamente simbolico, il riconoscimento permetteva alla Palestina di diventare membro di altre organizzazioni internazionali come la Corte penale internazionale.
  • Attacco di Istraele in risposta ad Abbas

    Una nuova operazione militare fu lanciata da Israele con attacchi aerei contro Hamas nella Striscia di Gaza per una settimana nel novembre 2012; più di 100 palestinesi e 6 israeliani furono uccisi.
  • Nuovi negoziati

    Nel luglio 2013, iniziarono nuovi negoziati diretti tra Israele e l'OLP a Washington, sotto la guida del segretario di Stato John Kerry. I negoziati furono interrotti infruttuosamente dopo nove mesi da Israele, quando Abbas annunciò di aver raggiunto un accordo con Hamas per la formazione di un governo di unità nazionale.
  • Il rapimento di 3 ragazzi Israeliani da parte di Hamas

    L'estate del 2014 segnò un acuirsi del conflitto tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. Il 12 giugno tre ragazzi israeliani vennero rapiti nei pressi di Hebron e ritrovati morti il successivo 30 giugno. Il governo israeliano accusò subito i militanti di Hamas di aver eseguito il rapimento e l'uccisione. Dal canto suo, uno dei leader di Hamas, pur dichiarando di non sapere a chi attribuire l'azione, si "congratulò", mettendola in relazione con la situazione dei prigionieri palestinesi.
  • Operazione Protective Edge

    L'8 luglio, Israele diede inizio all'operazione Protective Edge, con l'obiettivo di arrestare i lanci di razzi da parte di Hamas e di distruggere i tunnel utilizzati dai combattenti palestinesi. L'operazione proseguì per i mesi di luglio e agosto sinché, il 26 agosto 2014, il capo negoziatore di Hamas al Cairo annunciò il raggiungimento di una tregua duratura con Israele. L'annuncio della tregua arrivò dopo 51 giorni di guerra che causarono 2.205 e oltre 11.000 feriti.
  • Richiesta rispinta della Giordania

    Il 31 dicembre 2014 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite respinse la risoluzione, presentata formalmente dalla Giordania, che chiedeva entro il 2017 la fine dell'occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele, con una ripresa dei negoziati che avrebbero dovuto portare a un accordo sulla soluzione dei due stati con i confini del 1967 e capitale Gerusalemme est.
  • Una vendetta per L'Eurovision

    Il 4 maggio 2019 un fitto lancio di razzi lanciata dall'ala militare di Hamas durante le giornate delle festività religiose dello Shabbat, ha colpito le cittadine limitrofe sud Israeliane. In una rivendicazione, i militanti di Hamas hanno dichiarato che l'escalations è dovuto alla contestazione della manifestazione musicale internazionale Eurovision Song Contest che quell'anno si è svolto a Tel Aviv, dopo la vittoria nell'edizione precedente di Netta, una cantante israeliana.
  • Tregua

    Dopo lunghe trattative mediate da Qatar, Egitto e Stati Uniti, il governo di Israele e Hamas annunciano una tregua di 4 giorni in cambio del rilascio di 50 ostaggi israeliani e della liberazione di 150 prigionieri palestinesi.
  • Incursione in Israele

    Contemporaneamente al lancio di razzi, milizie palestinesi hanno attaccato le postazioni militari israeliane a guardia del confine, distruggendo torri di guardia e aprendo brecce nella barriera di separazione al confine. I combattenti Palestinesi, circa 2500, si sono infiltrati in Israele utilizzando autocarri, motociclette,, motoscafi, parapendii a motore e deltaplani, riuscendo a conquistare i valichi di frontiera a Kerem Shalom, a Erez e creando falle nel muro di separazione in 5 località.
  • I 5000 razzi di Hamas

    Intorno alle 6:30 del mattino del 7 ottobre 2023, Hamas, attraverso un comunicato da parte del comandante Mohammed Deif ha annunciato l'inizio dell'Operazione Alluvione Al-Aqsa, lanciando un massiccio attacco missilistico con oltre 5000 razzi dalla Striscia di Gaza verso Israele. Israele ha, invece, riferito che sono stati lanciati solamente 2500 razzi verso il suo territorio e che cinque persone sono state uccise.
  • Il massacro nelle citta Israeliane

    70 uomini armati di Hamas, hanno sfondato la recinzione del kibbutz di Kfar Aza, attaccandolo da tutte le direzioni. I residenti della comunità, hanno tentato di formare una milizia volontaria di difesa, che però è stata sopraffatta, e più di 313 civili, fra cui bambini, sono stati uccisi in quello che è stato poi chiamato il massacro di Kfar Aza di Be'eri e Netiv HaAsara, in quello che è stato descritto come il "peggior massacro di ebrei in un solo giorno dall'Olocausto".
  • La risposta Israeliana

    L'IDF ha dichiarato uno stato di preparazione alla guerra. I sono inoltre sono stati schierati non solo a Gaza ma anche in Cisgiordania e lungo i confini con Libano e Siria. Ai residenti nelle aree intorno alla Striscia di Gaza è stato chiesto di rimanere all'interno, mentre ai civili nel sud e nel centro di Israele è stato richiesto di rimanere accanto ai rifugi. Le strade intorno alla Striscia di Gaza sono state chiuse dall'IDF. Anche le strade di Tel Aviv sono state chiuse.
  • Una ripresa Israeliana

    L'attacco, che ha coinciso con la festa ebraica del Simchat Torah, ha colto di sorpresa gli israeliani. L'esercito israeliano è intervenuto nell'area invasa dalle milizie palestinesi per cercare di riprenderne il controllo e duri combattimenti si sono svolti casa per casa nei kibbutz israeliani. L'esercito israeliano ha riconquistato le località attaccate ed occupate dai guerriglieri palestinesi solo il 9 ottobre 2023.
  • Il contrattacco israeliano

    Israele ha colpito fino a 426 obiettivi nella Striscia di Gaza, tra cui complessi residenziali, tunnel, la moschea Al-Amin Muhammad, le case dei funzionari di Hamas e la Torre Watan, che fungeva da hub per i provider Internet della zona. Diversi uomini armati palestinesi che viaggiavano su un'auto rubata sono stati uccisi dalle forze israeliane vicino ad Ashkelon in seguito ad una sparatoria su una strada principale. Le forze israeliane hanno anche ripreso la stazione di polizia di Sderot.
  • Hezbollah

    La mattina dell'8 ottobre, Hezbollah ha lanciato razzi e proiettili contro la regione delle Fattorie di Shebaa; in risposta l'IDF ha sparato proiettili di artiglieria e un drone nel sud del Libano. Lo stesso giorno, un poliziotto egiziano ha attaccato i turisti israeliani e le loro guide egiziane ad Alessandria d'Egitto, uccidendo due israeliani e un egiziano e ferendo un terzo israeliano. L'uomo armato è stato arrestato dalla polizia egiziana.
  • IDF contro gli infiltrati

    Il 9 ottobre, l'IDF ha affermato di aver ucciso diversi infiltrati provenienti dal Libano e di aver sparato con l'artiglieria oltre il confine. Hezbollah ha negato il coinvolgimento nell'incidente. La milizia palestinese della Jihad islamica ha successivamente rivendicato la responsabilità dell'infiltrazione armata.
  • Hezbollah contro Israele

    Più tardi nel corso della giornata, sono ricominciati i combattimenti tra Hezbollah e le truppe israeliane, provocando la morte di tre uomini armati di Hezbollah. Tre soldati dell'IDF, compreso un alto ufficiale, sono stati uccisi, mentre il comando del fronte interno dell'IDF ha ordinato ai residenti di 28 città nel nord di Israele di cercare rifugio nei rifugi antiaerei. Sono stati segnalati anche bombardamenti di artiglieria da parte di militanti con sede in Siria.
  • Dentro Gerusalemme

    Il 10 ottobre la polizia israeliana ha ucciso due palestinesi accusati di aver lanciato loro pietre a Gerusalemme Est. Lo stesso giorno, sono scoppiati di nuovo scontri al confine tra Israele e Libano dopo che Hezbollah ha lanciato un missile guidato anticarro contro un veicolo militare israeliano nell'area di Avivim, provocando un attacco di rappresaglia con un elicottero israeliano. Gli scontri sono scoppiati nuovamente nella zona l'11 ottobre.
  • Tregua umanitaria

    L’assemblea generale delle Nazioni Unite approva una risoluzione per chiedere una tregua umanitaria immediata a Gaza: 121 voti favorevoli, 44 astenuti (tra cui l’Italia) e 14 contrari tra cui Israele e Stati Uniti.
    Nelle stesse ore, i servizi internet e di telefonia mobile a Gaza vengono interrotti mentre Israele intensificava la sua campagna di bombardamenti: le IDF lanciano un’incursione di terra su larga scala nella Striscia di Gaza
  • Israele avanza

    Le forze di Israele bloccano la Salah al-Din Road, un’importante arteria stradale che collega le parti settentrionale e meridionale della Striscia di Gaza. Carri armati israeliani vengono avvistati alle porte di Gaza City.
  • Attacco aerei

    La cittadina di Jabalia, sede del più grande campo profughi palestinese della Striscia, viene colpito da un attacco aereo. Le autorità locali parlano di almeno 47 vittime, anche se nelle prime ore il bilancio complessivo di morti e feriti si aggira sulle 400 unità.
    Israele conferma che aerei da guerra israeliani hanno attaccato il campo profughi, precisando che l’obiettivo del raid era Ibrahim Biari, un comandante di Hamas che aveva guidato gli attacchi del 7 ottobre.
  • Hezbollah

    Hassan Nasrallah, leader del partito-milizia libanese Hezbollah, pronuncia un atteso discorso a Beirut sull’escalation tra Hamas e Israele. Non annuncia un coinvolgimento diretto del “Partito di Dio”, sottolineando invece che l’attacco del 7 ottobre contro Israele è stata un’iniziativa “al 100% palestinese”.
    Netanyahu risponde al leader di Hezbollah. Il premier avverte i “nemici del nord” di non commettere il costoso errore di un’escalation della guerra.
  • Ospedale Gaza

    L’esercito israeliano entra nell’ospedale al Shifa di Gaza annunciando “un’operazione precisa e mirata contro Hamas in un’area specifica” del complesso medico.
    Secondo Reuters, un funzionario del Qatar ha riferito che Hamas ha accettato di rilasciare 50 ostaggi detenuti a Gaza in cambio di una pausa di tre giorni nei combattimenti.
  • Si continua

    Dopo due estensioni, il cessate il fuoco termina in mattinata ed entrambe le parti confermano la ripresa delle operazioni militari. Il governo israeliano accusa per primo Hamas di aver violato i termini del cessate il fuoco.
  • Israele nord Gaza

    Israele annuncia una riduzione delle forze armate nel nord della striscia di Gaza a causa di necessità economiche. Non sara un ritiro ma l'inizio di una nuova fase.
  • Raid

    Raid Israeliano che colpisce un edificio nel Libano dove si erano rifugiati dei leader di Hamas. Morì uno dei capi di Hamas Saleh al-Arouri. Hamas congelo i negoziati per risposta.
  • Proposta di intesa

    Proposta di intesa mediata da USA, Qatar ed Egitto. Prevede che tutti gli ostaggi israeliani detenuti da Hamas nella striscia di Gaza saranno rilasciati durante un cessate il fuoco di sei settimane. Israele invece dovrà rilasciare dei detenuti palestinase in rapporto 3 prigionieri per un ostaggio.