Sociology

I SOCIOLOGI DEL PRIMO PERIODO

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    Thomas Hobbes

    Hobbes è convinto che nello "stato di natura" ogni singolo uomo tenda ad acquisire per sé tutto ciò che favorisca la sua vita.
    Ciò che fa il singolo però è eseguito anche dagli altri individui, al punto che le azioni di uno si scontrano con quelle degli altri ed allora si genera la lotta per la predominanza dove ogni singolo diviene lupo per ogni altro uomo (homo homini lupus).
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    Montesquieu

    Nella sua opera "Lo spirito delle leggi" cercò di dimostrare come la storia manifesti l'azione di leggi costanti. Ogni ente ha le proprie leggi, le quali sono strettamente condizionate dalla natura dei popoli stessi, dai loro costumi e dalla loro religione.
    Le società sono quindi sottoposte a regole fondamentali che scaturiscono dall'intreccio stesso delle cose.
    Queste regole non devono considerarsi assolute poichè esse variano col mutare delle situazioni.
  • Period: to

    Jean-Jacques Rousseau

    Rousseau vede nella costituzione della società un fattore peggiorativo della condizione umana.
    Egli pensa infatti che le disuguaglianze siano proprio il prodotto delle stesse società; non auspica quindi un ritorno alla natura ma ad una convivenza più equilibrata.
  • Period: to

    Auguste Comte

    Considerato il fondatore del Positivismo, coniò il termine sociologia per indicare questo campo disciplinare come un possibile terreno di produzione di conoscenza sociale basata su prove scientifiche.
    Egli suddivise in tre stadi le società europee :
    Primo stadio = teologico o fittizio
    la società è dominata dal senso dell'immaginazione
    Secondo stadio = metafisico
    la società è dominata dalla ragione speculativa
    Terzo stadio = positivo/scientifico
    la società è dominata dalla ragione scientifica
  • Period: to

    Karl Marx

    Convinto che la Rivoluzione Industriale ebbe due risvolti sociali rispetto a due ordini di idee:
    -permise di produrre più merci molto più rapidamente;
    -modificò la relazione che i produttori delle merci, instaurarono con se stessi e con il mondo circostante.
    I mezzi di produzione sono di proprietà di pochi individui che non lavorano manualmente alla fabbricazione dei beni ma impiegano le proprie ricchezze nell'acquisto di macchinari da far utilizzare agli operai.
    Essi sono i capitalisti.
  • Period: to

    Ferdinand Tonnies

    Egli individua due forme diverse di organizzazione sociale: la comunità e la società.
    Mentre la forma comunitaria, fondata sul sentimento di appartenenza e sulla partecipazione spontanea, predomina in epoca pre-industriale, la forma societaria, basata sulla razionalità e sullo scambio, domina nella moderna società industriale;
    Tonnies vede questi due tipi di organizzazione sociale come contrapposti.
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    Emile Durkheim

    Uno dei padri fondatori della moderna sociologia, introdusse il termine "coscienza collettiva" per indicare l'insieme delle credenze e dei sentimenti comuni alla media dei membri di una società.
    Secondo Durkheim il metodo scientifico è unico sia per le scienze naturali che per quelle sociali; inoltre, il compito della sociologia è quello di comparare fenomeni che avvengono in concomitanza fra loro.
  • Period: to

    Georg Simmel

    Egli ha analizzato gli eventi storici e sociali sia per come vengono originati dalla vita delle persone, sia per come le figure sociali vengano costruite dall'interazione tra individui.
    Oggi è considerato uno dei "fondatori" della sociologia nonostante non abbia mai fondato una "scuola".
  • Period: to

    Max Weber

    Secondo Weber, per comprendere un'azione bisogna :
    -conoscere il senso soggettivo che l'attore vi attribuisce
    -conoscere l'interesse del ricercatore
    -sapere che ogni individuo viene mosso da una serie di fattori (molteplicità delle cause e individuazione di un fattore rilevante)
    -utilizzare un "ideal-tipo" ossia un modello concettuale ipotetico mediante il quale il fenomeno può essere compreso nella sua individualità e particolarità.
  • Period: to

    Thomas Kuhn

    Nella sua opera più celebre, "La struttura delle rivoluzioni scientifiche", Kuhn sostiene che il progresso scientifico sia un'alternanza tra una scienza normale e "rivoluzioni scientifiche", a partire da un gruppo di elementi che tendono ad articolarsi e specializzarsi (cambiamento di paradigma).
    Kuhn impone l'uso del termine "paradigma" per indicare l'insieme di teorie, leggi e strumenti che definiscono una tradizione di ricerca in cui le teorie sono accettate universalmente.