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Sistema di numerazione

  • 100 BCE

    I cinesi e il sistema di numerazione

    I cinesi e il sistema di numerazione
    I Cinesi, infatti, fin da epoche remote, per rappresentare un numero, ad esempio il 23, scrivevano come in figura (ricordiamo che la scrittura si sviluppava verticalmente dall'alto in basso).
    Ne risultava quindi un valore di posizione perché la posizione occupata dal numero 2 (le prime due lineette in alto) indicava che il valore non era 2 bensì 2 x 10 (il + rappresentava il 10), seguono poi le tre lineette del numero 3.
  • 100

    I sacerdoti maya e lo 0

    I sacerdoti maya e lo 0
    sacerdoti Maya, per esempio, intorno al 1° secolo d.C., adottarono lo zero quale segnaposto nei calcoli legati all'astronomia e al calendario, scienza che seguivano con particolare interesse
  • Jan 1, 700

    Lo zero e gli indiani

    Gli Indiani, all'incirca nel 7° secolo d.C., si accorsero però che quando all'interno di un numero non comparivano unità di un certo ordine, lo spazio vuoto utilizzato per rappresentare il concetto di niente poteva venire confuso con la separazione fra due numeri e generare confusione. Introdussero pertanto un nuovo simbolo, lo zero, che loro rappresentavano con un punto. 
  • Jan 1, 800

    Gli arabi e il sistema di numerazione

    Gli arabi e il sistema di numerazione
    Il passaggio del sistema di numerazione dagli Indiani agli Arabi avvenne nell'8° secolo d.C., mentre nell'Europa cristiana, attraverso la Spagna araba, solamente nel 13°.
    L'Europa del tempo non assunse però la forma delle cifre arabo/orientali quali erano usate dagli arabi, come nello specchietto seguente
  • Jan 1, 1202

    Fibonacci e il sistema di numerazione

    L'introduzione, dapprima in Italia, e poi in tutta Europa, delle cifre arabe e del sistema di numerazione posizionale fu in gran parte dovuta alla diffusione del Liber Abaci di Leonardo Fibonacci (1202), noto soprattutto, presso i matematici, per la famosa successione di Fibonacci, preceduto da un trattato sul computo di Guido D'Arezzo nel quale venivano usate le cosiddette figure d'abaco